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Impianti ed osteoporosi: una relazione pericolosa?

Con l’aumento della vita media della popolazione, è sempre maggiore il numero di persone che hanno necessità di riabilitare la salute di bocca e denti con protesi fisse anche in età avanzata rispetto al passato.

Tutto ciò di per sé non rappresenta assolutamente una controindicazione, anzi la terapia con impianti è nata proprio come alternativa alla protesi mobile in seguito alla perdita dei denti, che si verifica con maggior incidenza col trascorrere degli anni.

Tuttavia in questa situazione è più probabile che a livello sistemico siano presenti patologie di cui bisogna tenere conto.Tra queste l’osteoporosi è una di quelle che si riscontra più frequentemente. Questo disordine metabolico è uno dei più comuni, e colpisce più frequentemente le donne dopo la menopausa.

L’osteoporosi è una malattia scheletrica caratterizzata da una diminuzione della densità ossea, che può comportare una maggior fragilità e tendenza a fratture, anche spontanee.

Sebbene possa coinvolgere anche le ossa mascellari, attualmente ancora non è stato dimostrato a livello scientifico che tale malattia possa determinare la perdita dei denti né che influenzi negativamente il successo della terapia con impianti. Anzi, dai dati emersi da diversi studi si può concludere che la terapia implantare orale in pazienti osteoporotiche è un’opzione terapeutica affidabile con tassi di osteointegrazione, sopravvivenza dell’impianto e alterazioni marginali a livello osseo, dopo 5 anni di carico funzionale, comparabili a quelli ottenuti in pazienti sane. Questo è sicuramente un dato confortante.

Tuttavia un fattore che va attentamente considerato e che invece può creare delle problematiche sono i farmaci utilizzati per la terapia dell’osteoporosi. Alcuni di essi, quali i bifosfonati o gli anticorpi monoclonali, possono influenzare i meccanismi di rimaneggiamento osseo e ina alcune circostanze determinare un’osteonecrosi delle ossa mascellari, spontanea o  in seguito ad interventi chirurgici. Questa si manifesta come una mancata guarigione di una porzione di osso, che può o meno provocare dolore, gonfiore, ulcerazione dei tessuti molli e mobilità dentale.

Pertanto è assolutamente importante informare il dentista se si sta assumendo una terapia per la prevenzione o la cura dell’osteoporosi, o si è in procinto di farlo. Attenzione perché spesso, poiché questi farmaci vengono assunti settimanalmente o addirittura mensilmente, può capitare di dimenticarsi di riferire al dentista circa la loro assunzione

Come comportarsi?

  • Se si sta per iniziare una terapia per l’osteoporosi, prima di cominciare ad assumere farmaci è vivamente consigliabile recarsi in Studio per effettuare una valutazione globale dello stato di salute orale e determinare se c’è qualche intervento che è preferibile che venga effettuato prima di cominciare la terapia farmacologica. E’ inoltre importante cercare di risolvere tutte le situazioni dubbie o a rischio entro i primi mesi dall’inizio del trattamento

Nella maggior parte dei casi è il medico curante stesso che invia il paziente dal dentista appunto per effettuare queste valutazioni

  • Se già si sta seguendo una cura farmacologica per l’osteoporosi, sarà il dentista a valutare, in base al tipo di farmaco, da quanto tempo si sta assumendo e ad altri fattori di rischio , quale sia la soluzione più corretta da adottare in base al caso specifico.

Spesso può esser utile mettere il dentista in contato col medico curante per elaborare insieme la strategia terapeutica più adatta. E’ assolutamente da evitare l’interruzione della terapia in atto di propria iniziativa, senza aver preventivamente consultato il medico curante.

I farmaci antiriassorbitivi rimangono immagazzinati nelle ossa anche settimane o mesi dopo la loro assunzione ed alcuni studi riportino ad esempio la presenza di bifosfonati fino a oltre 10 anni dalla loro somministrazione. L'osteonecrosi potrebbe perciò presentarsi anche dopo lungo tempo dall'interruzione del trattamento. Questo non deve però allarmare: fortunatamente la frequenza dell’insorgenza di complicanze relative all’uso di farmaci per l’osteoporosi è molto bassa.

I protocolli di prevenzione e cura sono molto efficaci. Appare evidente l’importanza di mantenere uno stato di buona salute orale e l’assenza di situazioni che possano portare a problemi con infezioni, ascessi, denti mobili o con grosse carie, parodontite.